Anche se, come già scritto, è stato finalmente
aperto al traffico l’ultimo tratto della via Carlo
Perini, non tutta la segnaletica stradale risulta
allineata: ad esempio, in direzione di via Perini,
all’altezza dell’incrocio semaforizzato nelle
vicinanze della centrale di a2a è ancora presente il
cartello indicante “strada senza uscita”. Il problema
della segnaletica stradale (errata o insufficiente)
per il Quartiere è comunque ben più vasto e
generalizzato: molti pali di sostegno dei cartelli
stradali sono stati divelti o abbattuti nel corso degli
anni e non sono mai stati sostituiti. Il caso più
eclatante e pericoloso è quello della zona del
sottopasso di via Pacuvio che ha visto
progressivamente sparire i cartelli di pericolo
generico, strettoia, curva pericolosa, limite di
velocità e infine anche lo specchio parabolico che
permetteva di visualizzare eventuali auto in
transito sotto al tunnel in senso contrario. Inoltre
chi percorre la via De Pisis provenendo da via
Eritrea e non conosce “la viabilità” del Quartiere
non si aspetta la riduzione della carreggiata da due
a una sola corsia di marcia all’altezza del primo
semaforo che incontra: nessun cartello di pericolo
generico, nessun limite di velocità, nessuna
indicazione della strettoia: è molto pericoloso! I
ripetuti atti di vandalismo non possono giustificare
queste situazioni di pericolo che si prolungano nel
tempo (addirittura molti anni)! L’apertura dell’ultimo
tratto della via Carlo Perini ha riproposto il tema
della disponibilità di parcheggi per le auto nel
Quartiere, diventato drammatico nella zona di
Borgo Porretta dopo la modifica della viabilità della
zona per consentire il passaggio dell’autobus 35. I
lavori per il nuovo parcheggio nelle vicinanze della
Caserma dei Carabinieri sono terminati da mesi
ma l’area di parcheggio non è ancora accessibile:
sembra che debba essere modificato il relativo
sistema di accesso e di uscita, progettato in un
punto particolarmente pericoloso. Anche i lavori
per le nuove fermate dell’autobus 35 sono
terminati da tempo, ma i relativi cantieri di lavoro
permangono ancora inspiegabilmente.
Una strada senza uscita?
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